Economista e uomo politico italiano. Insegnante di Economia politica presso le
università di Camerino, Bari, Napoli, Roma, fu eletto deputato nel 1901
nelle file dei radicali. Successivamente, abbandonò il Parlamento per
assumere, come molti altri democratico-liberali, posizioni nazionaliste, spinto
dall'ostilità per il Socialismo, dalla degenerazione della politica e
dalle agitazioni operaie. Allo scoppio della prima guerra mondiale si
schierò con gli interventisti e, dopo la disfatta di Caporetto,
fondò il Fascio Parlamentare di Difesa Nazionale. Diede la propria
adesione all'impresa di Fiume di D'Annunzio e diresse l'amministrazione dello
Stato libero di Fiume. Nel 1923 fu nominato senatore e gli venne affidata la
presidenza del Comitato per le economie. Dotato di vastissima cultura, nel campo
della dottrina economica fu piuttosto eclettico, per quanto sostanzialmente
seguace dell'indirizzo utilitaristico. Configurò l'economia come una
scienza deduttiva, le cui proposizioni derivavano dal "postulato edonistico",
secondo il quale l'uomo agisce in modo da "rendere massimo il piacere con il
minore sforzo possibile".
P. fu il primo in Italia a occuparsi dei
fenomeni dinamici dell'economia. Tra le sue opere principali ricordiamo:
Teoria della traslazione dei tributi (1882),
Teoria della pressione
tributaria (1887),
Principi di economia pura (1889),
L'amministratore probabile della ricchezza privata in Italia dal 1872 al
1889 (1890),
Lo scandalo bancario di Torino (1902-03),
Di alcuni
fenomeni di dinamica economica (1909),
Scritti vari di economia
(1902-10),
Problemi di economia (1925),
Studi storici di economia
(postumo, 1936),
Studi di finanza e di statistica (postumo, 1938)
(Frascati, Roma 1857 - Milano 1924).